ESCLUSIVA MONDIALE – Sergio Canavero, il neurochirurgo choc: “Sono pronto al primo trapianto di testa”

È un dottore di fama internazionale. Nel 2008 riuscì a risvegliare una ventenne in stato vegetativo permanente da due anni. Ora presenta in esclusiva mondiale a Oggi la sua nuova sfida. Che accende un nuovo dibattito etico


Sergio Canavero, neurochirurgo di fama mondiale, presenta in esclusiva mondiale a Oggi la sua nuova sfida: il primo trapianto di testa umana
Sergio Canavero, neurochirurgo di fama mondiale, fa il suo annuncio choc: “Sono pronto per il primo trapianto di testa su uomo”. Lo rivela in esclusiva mondiale a Oggi, in edicola da mercoledì. E qui ci anticipa i contenuti dell’intervista che ha rilasciato a Oggi, in cui rivela tutti i dettagli del Suo straordinario progetto. Dubbi etici compresi.
“TECNICAMENTE POSSIBILE” – È un progetto che disegna scenari degni di un apocalittico romanzo fantamedico. «Il trapianto di testa nell’uomo è tecnicamente possibile. E tra un paio di anni potrebbe essere una realtà». Lo afferma, in esclusiva mondiale su Oggi, il dottor Sergio Canavero, neurochirurgo di Torino, che già si era imposto all’attenzione della comunità scientifica nel 2008: è stato lui ad aver “risvegliato” una ventenne, in stato vegetativo permanente dal 2006 (a causa di un incidente stradale), grazie a una «elettrostimolazione». Un successo unico al mondo che gli consentì di riclassificare la paziente: da stato vegetativo permanente a stato minimamente conscio.
LA NUOVA SFIDA - Adesso la nuova imponente e sconcertante sfida: il progetto HEAVEN/GEMINI (Head Anastomosis Venture with Cord Fusion), ovvero la possibilità di fondere due diversi tratti di midollo spinale, quello di un corpo donato col moncone nel collo del soggetto ricevente. Un trapianto di testa, insomma. Secondo i revisori di Surgical Neurology International, la rivista on line che ha pubblicato il lavoro di Canavero, il progetto «schiude un campo completamente nuovo per la medicina contemporanea».
OSTACOLI SUPERATI - «Gli ostacoli tecnici sono stati superati grazie all’utilizzo dell’ingegneria cellulare», spiega Canavero nell’intervista a Oggi. «La chiave di volta della riconnessione del midollo spinale è rappresentata dalla possibilità di fondere i prolungamenti nervosi sfruttando delle sostanze in grado di ricostituirne l’integrità. HEAVEN viene reso possibile da un taglio minimamente traumatico del midollo spinale con una lama ultra-tagliente. Un minitrauma che non è certamente comparabile con quello che si verifica purtroppo nei paraplegici e tetraplegici dove il danno midollare è esteso, complesso, con cicatrici e lesioni profonde. L’intervento viene effettuato in ipotermia profonda (15 gradi centigradi), per tutelare le strutture cerebrali».
I CANDIDATI – I potenziali candidati? Il ventaglio è in teoria vasto: il ricevente potra’ essere un paziente alle prese con qualche grave malattia neuromuscolare degnerativa. Ma anche un tetraplegico potrebbe candidarsi. Il donatore, invece, e’ una persona che ha purtroppo perso la vita per un trauma cranico puro, cioe’ senza lesioni sostanziali a carico di altri organi, oppure chi ha subito un ictus fatale (per esempio un’emorragia cerebrale gravissima).
IL DIBATTITO ETICO – Fin qui le argomentazioni tecnico-scientifiche. Ma il progetto lacera le coscienze e accende un dibattito etico di proporzioni planetarie, perché HEAVEN pone in pratica le basi per allungare la vita umana. «La società dovrebbe già cominciare a pensare al modo per regolamentare questa procedura», riflette Canavero, «prima che un intervento rivoluzionario, progettato per aiutare tanti malati davvero sofferenti, diventi una pratica spregiudicata nelle mani di chirurghi senza scrupoli».
Edoardo Rosati